Il Signore ama la vita delle sue creature | Custodia Terrae Sanctae

Il Signore ama la vita delle sue creature

Domenica XXXI del tempo ordinario C

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

 

Sap 11,22 – 12,2; 2Ts 1,11 – 2,2; Lc 19,1-10

«Signore, ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato». Sap 11,24

Le letture di questa domenica costituiscono un trittico dell’amore di Dio per le sue creature: Egli infatti dona la vita fisica, quella spirituale e vuol donare quella eterna. Cerchiamo di cogliere ad uno ad uno questi tre quadri.

Il “Libro della Sapienza” ci presenta l’immagine di Dio che ama l’esistenza di tutto ciò che ha creato. Lo sguardo contemplativo fa scorgere la compassione e l’amore di Dio per tutto ciò che esiste. La spiritualità biblica riconosce che ogni creatura è originariamente buona perché è sgorgata dall’amore di Dio. Tutto ciò che esiste nemmeno esisterebbe se non fosse avvolto, preceduto e seguito dall’amore del creatore: «Se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Signore, amante della vita» (Sap 11,25.26.). È in questo amore irriducibile ed ostinato per la propria creatura che trova fondamento anche il desiderio divino di perdonare l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio e precipitato in una condizione di morte a causa del peccato: «Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento» (Sap 11,23).

Il vangelo, narrando la conversione di Zaccheo, racconta in modo drammatico questo ostinato amore di Dio per i peccatori e l’effetto che tale amore ha su una persona in carne ed ossa. Gesù incarna Dio che va a cercare il singolo peccatore per fargli fare esperienza di perdono. E l’incontro con Gesù cambia la vita di Zaccheo«Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto» (Lc 19,8). Questa esperienza di perdono e di conversione è talmente forte da poter essere descritta come salvezza: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9).

Il brano tratto dalla seconda lettera di Paolo ai Tessalonicesi completa il nostro trittico mostrandoci a quale compimento giunga l’amore di Dio per la vita dei suoi figli e cosa significhi incontrare la salvezza. Significa incontrare il Signore nostro Gesù Cristo ed essere riuniti con lui (2Ts 2,1). Dio che ci ha creati per amore, che ci perdona per amore, vuole che condividiamo la sua stessa vita, che stiamo con Lui, che veniamo riuniti a Lui.

Questo trittico dell’amore di Dio ci fa comprendere tre cose fondamentali: 1) perché esistiamo: per amore; 2) perché Gesù Cristo si è incarnato ed è morto per noiper salvarci offrendoci il perdono di Dio; 3) qual è il futuro che ci aspetta al termine di questa vita terrena: la piena comunione con Dio e la partecipazione alla sua stessa vita.

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa