La pienezza dell’amore | Custodia Terrae Sanctae

La pienezza dell’amore

VII DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

«Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori». Mt 5,44

Lv 19,1-2.17-18; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48

Continua anche questa domenica il lungo discorso di Gesù che mira a farci capire qual è il compimento della Legge e dei Profeti che egli realizza e propone. Dentro questo compimento noi scopriamo qualcosa sul senso del nostro essere cristiani. Scopriamo anche il senso della morale cristiana come una proposta di impegno che fa crescere la persona fino alla sua piena capacità di amare, cioè fino alla carità, che è una forma di amore oblativo, gratuito e universale. Significative in questa direzione sono le parole con cui si conclude il brano scelto per la liturgia domenicale: «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48).

Essere come il Padre celeste è la vocazione di ogni discepolo di Gesù ed è a questo che punta l’etica cristiana; essere come il Padre celeste sviluppando la capacità di amare anche dentro situazioni relazionali obiettivamente difficili e impegnative. Da un lato c’è il rifiuto netto di ogni forma di vendetta e di violenza, dall’altro la rivendicazione di un amore “esagerato” perché gratuito e disinteressato fino al dono di sé.

Vediamo anzitutto l’insegnamento sulla non violenza. Quella che Gesù propone non è una forma di non violenza passiva che mira a stancare l’avversario o che si limita a non nuocergli evitando di reagire. Quella che Gesù propone è una non violenza attiva e creativa, è una non violenza che costringe il violento a riflettere: “se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello” (Mt 5,39-40). La non violenza del discepolo di Gesù è attiva anche in un altro senso, perché egli desidera che il violento conosca il volto del Padre celeste e per questo ricambia l’odio con l’amore e prega per i propri persecutori (cfr. Mt 5,44). San Francesco, che aveva profondamente interiorizzato questi testi, ci esorta: “amiamo sinceramente i nemici e devotamente intercediamo per loro presso di te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci in te ad essere di giovamento in ogni cosa” (Pater 8: FF 273).

Nel contesto di questo insegnamento scopriamo che se l’amore è il vertice della morale cristiana allora il perdono è il vertice dell’amore cristiano. Attraverso il perdono, l’amore del nemico e la preghiera per il persecutore si esprime infatti la gratuità dell’amore di Dio. Esso è motivato solo dalla sua grandezza d’animo di Padre! A conclusione di questa riflessione possiamo dire che il vangelo ci fa scoprire l’amore difficile e impegnativo come via di crescita umana e cristiana, come via di perfezione umana e cristiana. Cresciamo e maturiamo, come persone e come discepoli di Gesù Cristo, quando impariamo ad essere figli del Padre celeste “che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45).

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa