Gen 11,1-9; Sal 32 (33); Es 19,3-8a.16-20b; Sal 102 (103); Ez 37,1-14; Sal 50 (51); Gl 3,1-5; Sal 103 (104); Rm 8,22-27; Gv 7, 37-39
- Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia Pace!
Siamo riuniti insieme nella vigilia di Pentecoste per invocare e accogliere il dono dello Spirito Santo.
San Paolo, nel brano dalla lettera ai Romani, ci ricorda che lo Spirito intercede per noi con gemiti inesprimibili perché noi non sappiamo neanche cosa sia meglio chiedere. Lasciamo allora che sia lo Spirito a intercedere per noi e a suggerirci la preghiera giusta questa sera e ogni giorno della nostra vita.
Mi pare che in questo periodo il gemito dello Spirito ci suggerisca soprattutto di pregare per la pace. Ne abbiamo bisogno qui, nella Città Santa e nella Terra Santa, dove vari soggetti stanno seminando una cultura dell’odio che produrrà altro odio, altre barriere, altra violenza, altri morti.
Ne abbiamo bisogno in tutto il Medio Oriente, flagellato da guerre che sembrano non avere mai fine. Ne hanno bisogno tanti paesi dell’Africa, delle Americhe e dell’Asia dove da decenni continuano imperterrite guerre, guerriglie e tensioni sociali.
Ne ha bisogno l’Europa diventata nuovamente e quasi improvvisamente teatro di una guerra combattuta senza alcun rispetto per le popolazioni civili, per il diritto internazionale e per la dignità della persona umana.
- La Parola di Dio che abbiamo ascoltato mette in luce in modo lucido qual è la situazione di una umanità in cui lo Spirito del Signore non è accolto e per contrasto ci rivela il mondo nuovo che solo lo Spirito Santo riesce a creare.
Il mito della torre di Babele ci rivela che l’umanità presa dal delirio di onnipotenza tecnologica, l’umanità che vuol sostituirsi a Dio, diventa un’umanità dispersa e divisa, dove il linguaggio non è più capace di comunicare e di creare comunione tra le persone e dove i popoli non sono più capaci di stare assieme in pace ed armonia. Questa non è l’umanità di chissà quale periodo storico passato. Questa è l’umanità di sempre, anche quella di oggi: ipertecnologica e iperconnessa, ma al tempo stesso incapace di comunicazione vera e di comunione, divisa e ostile, capace di inventare sempre nuovi strumenti di oppressione, di sfruttamento e di morte; capace di inventare nuove barriere, di trasformare la comunicazione in manipolazione e di realizzare nuove forme di colonizzazione politica, economica e culturale, anziché attuare sforzi di comunione. Questa è l’umanità senza Dio, questa è l’umanità che non accoglie l’azione dello Spirito del Signore.
- Le altre letture che abbiamo ascoltato ci indicano la via d’uscita da questa situazione disastrosa e ce la indicano proprio nella docilità allo Spirito.
Se vogliamo diventare capaci di vivere realmente le esigenze profonde della Parola di Dio e dei suoi comandamenti, allora bisogna che lo Spirito del Signore ci apra il cuore e la mente, prima ancora che le orecchie e la bocca, e scriva a caratteri di fuoco la legge di Dio nei nostri cuori come legge di amore, di incontro fraterno e di comunione, di riconciliazione.
Se vogliamo rivivere e non essere più un cumulo di ossa biancheggianti al sole nel deserto dell’egoismo, occorre che invochiamo e accogliamo lo Spirito Santo dai quattro venti, occorre cioè che ci lasciamo circondare e avvolgere completamente dall’azione dello Spirito del Signore. Solo allora torneremo ad essere persone umane, capaci di relazioni autentiche; saremo realmente vivi perché capaci di amare.
Se vogliamo recuperare la capacità profetica, cioè la capacità di comprendere e interpretare il tempo in cui viviamo e la vita che ci è donata alla luce della volontà di Dio, occorre che ci lasciamo inondare dallo Spirito Santo. Allora torneremo a sognare il sogno di Dio, quello della fraternità e della pace, e scopriremo che il sogno di Dio non è un’illusione, ma la visione di un mondo nuovo che si va realizzando grazie al dono di amore infinito col quale il Padre ha donato per noi il Suo Figlio e insieme a Lui ha effuso su di noi lo Spirito riversandolo nel nostro cuore in modo sovrabbondante.
Quando saremo totalmente docili allo Spirito, riempiti dalla sua presenza, totalmente purificati dal suo fuoco, completamente illuminati dalla sua luce e interamente accesi dalla sua presenza in noi, allora e solo allora saremo in grado a nostra volta di veder sgorgare lo Spirito come una sorgente dalla profondità del nostro cuore, e trasmetterlo ad altri.
- Permettetemi di terminare questa riflessione con una preghiera, perché abbiamo bisogno soprattutto di pregare con fiducia:
Vieni, Santo Spirito e rendici nuovamente capaci di comprenderci reciprocamente e di mettere le capacità che ci hai dato a servizio della comunicazione fraterna e della comunione tra le persone e tra i popoli.
Vieni, Santo Spirito e scrivi nel nostro cuore, in modo indelebile, la legge di Dio, la legge dell’amore.
Vieni Santo Spirito, facci rivivere, fa’ che sappiamo interpretare l’oggi e aiutaci a sognare ancora il sogno di Dio.
Vieni, Santo Spirito, continua a gridare dentro di noi: “Abbà, Padre”, e metti nel nostro cuore i sentimenti del Figlio.
Vieni, Spirito di Cristo, e riempici in modo così sovrabbondante di te che anche dal nostro cuore possa sgorgare una sorgente viva per dissetare di te chi si accosta a noi. Così sia.