Seguire Gesù amato più di tutto | Custodia Terrae Sanctae

Seguire Gesù amato più di tutto

Professione solenne di fr. Wilder, Alex e Angel

1. Carissime sorelle e carissimi fratelli, il Signore vi dia Pace!
Carissimi fr. Alexander, fr. Angel e fr. Wilder,

oggi è una giornata speciale per voi e per tutti noi. Per voi è il giorno della professione solenne, il giorno in cui dite a Gesù definitivamente che lo volete seguire, dopo aver lasciato tutto, perché avete trovato in Lui “il bene, ogni bene, il sommo bene” (LodAlt 3: FF 261). È un giorno speciale anche per noi, perché la nostra fraternità vi accoglie come un dono del Signore, come un dono per sempre.

2. Oggi è un giorno particolarmente significativo per celebrare la vostra professione solenne, perché è la festa di tutti i santi dell’Ordine Francescano ed è al tempo stesso il giorno in cui è stata approvata, dal signor papa Onorio III nel 1223, la Regola che tutti noi Frati Minori siamo chiamati a vivere.
Regola di vita, Professione religiosa e santità sono tre aspetti che stanno insieme. E dobbiamo ogni giorno riscoprirne il valore.
In un passo della Vita Seconda di Tommaso da Celano troviamo espresso il pensiero di san Francesco sulla Regola, sulla sua relazione con la santità e con l’impegno che assumiamo con la professione: la Regola, ripeteva san Francesco, “è il libro della vita, speranza di salvezza, midollo del Vangelo, via della perfezione, chiave del Paradiso, patto di eterna alleanza. Voleva che tutti ne avessero il testo e la conoscessero molto bene, e ne facessero sempre oggetto di meditazione con l'uomo interiore, come sprone contro l'indolenza ed a memoria delle promesse giurate. Insegnò ad averla sempre davanti agli occhi, come richiamo alla propria condotta, e, ciò che più importa, a morire con essa” (2 Cel 208: FF 797).

3. Nel capitolo immediatamente successivo della Seconda Celano viene raccontata una visione notturna dello stesso san Francesco, al tempo in cui i frati discutevano della conferma della Regola. Francesco sogna che sta raccogliendo da terra tante briciole di pane e con quelle deve dar da mangiare ai tanti frati che gli stanno attorno. Nel sogno sente una voce che gli comanda con forza: «Francesco, con tutte le briciole forma una sola ostia e dalla da mangiare a chi vuole». In sogno Francesco obbedisce, ma non tutti i frati vogliono mangiare di questo pane e accade che quelli che rifiutano o disprezzano questo cibo si ammalano di lebbra.
Aggiunge Tommaso da Celano: “Al mattino il santo raccontò tutto ai compagni, dolente di non capire il significato misterioso della visione. Ma poco dopo, mentre vegliava in preghiera, gli giunse dal cielo questa voce: «Francesco, le briciole della notte scorsa sono le parole del Vangelo, l’ostia è la Regola, la lebbra l’iniquità»” (2 Cel 209: FF 799).

4. Carissimi fr. Alexander, fr. Angel e fr. Wilder, voi oggi, professando in modo definitivo la nostra Regola, la nostra forma di vita, accogliete questo dono e questo nutrimento, queste briciole e questo midollo del Vangelo che lungo otto secoli ha nutrito generazioni e generazioni di frati minori e ha portato alla santità migliaia di nostri fratelli.
“Osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità” (Rb I,1: FF 75) è veramente “la chiave del Paradiso”, cioè la proposta che Gesù vi fa perché possiate avere “la vita eterna”.
E come suggerisce il brano di Vangelo che abbiamo ascoltato e anche la visione di san Francesco, non vi viene chiesto di adeguare i vostri comportamenti a un testo, ma di seguire Gesù Cristo, amato più di tutto. Vi viene chiesto di nutrirvi della sua parola e della sua vita, perché anche voi diventiate capaci di quella condivisione estrema che Lui ha incarnato e ci ha manifestato. Una condivisione che lo porta a farsi piccolo e a dare la vita per noi. Possiamo scegliere di fare a meno di Gesù? Certo che possiamo, ma in quel caso la nostra vita diventa triste come quella del giovane ricco, che non ha il coraggio di lasciare tutto per seguire Lui. O – usando il linguaggio della visione di san Francesco – la nostra vita si ammala di lebbra, non in senso letterale, ma nel senso che la nostra vita e la nostra vocazione sperimenta una progressiva corrosione e corruzione, che svuota di significato e deforma la nostra persona e la nostra vita.

5. Pochi giorni fa – il 23 novembre – papa Francesco ha rivolto a tutto il nostro Ordine un discorso sulla minorità e ci ha detto: “Essendo Cristo e il Vangelo l’opzione fondamentale della sua vita [di san Francesco], con tutta sicurezza possiamo dire che la minorità […] nasce dalla contemplazione dell’incarnazione del Figlio di Dio e la riassume nell’immagine del farsi piccolo, come un seme. È la stessa logica del “farsi povero da ricco che era” (cfr 2 Cor 8,9). […] La vita di Francesco è stata segnata dall’incontro con Dio povero, presente in mezzo a noi in Gesù di Nazareth: una presenza umile e nascosta che il Poverello adora e contempla nell’Incarnazione, nella Croce e nell’Eucaristia” (Papa Francesco, 23.11.2017).

6. Professando di Osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità, voi vi inserite in una lunga schiera di fratelli e di santi che vi hanno preceduto. Professando di Osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità, voi permettete oggi al Cristo obbediente di rendersi presente attraverso la vostra obbedienza che è docilità al Padre e servizio al Regno di Dio; permettete al Cristo espropriato perfino di se stesso di rendersi presente mediante la vostra povertà, che deve aprire alla condivisione; e permettete al Cristo celibe e casto di rendersi presente attraverso la vostra castità che testimonia un amore universale che ha già il sapore dell’eternità.

7. La nostra fraternità oggi vi accoglie con gioia e per sempre. Ci nutriamo insieme di quelle briciole di Vangelo che Francesco d’Assisi, per divina ispirazione, ha raccolto nella Regola come in un’ostia e ci ha consegnato come “Parole che sono Spirito e Vita” (2Lfed 3: FF 180), come parole di cui nutrirci insieme, proprio come in questa celebrazione ci nutriamo insieme del corpo eucaristico di Cristo.
La Vergine Immacolata, nostra patrona, i Dodici Apostoli patroni della vostra Provincia, il Serafico Padre e tutti i Santi Francescani vi accompagnino con la loro intercessione e vi ottengano la grazia di giungere, seguendo le orme di Gesù, alla vita eterna.

 

Fr. Francesco Patton OFM
Custode di Terra Santa