Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
1. Carissimi fratelli, carissime sorelle,
il Signore vi dia pace!
“Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio!” Proclama il profeta Isaia. Gli fa eco il messaggio dell’angelo ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia, oggi è nato per voi un Salvatore. Questo il segno: troverete un bambino in fasce che giace in una mangiatoia”.
2. Questo è il Natale: Un bambino che nasce per noi!
Un figlio che ci viene donato!
Un Salvatore che si presenta come un bambino in fasce in una mangiatoia!
E celebrare il Natale vuol dire accogliere questo bambino, questo figlio, questo salvatore!
3. I genitori sanno molto bene cosa vuol dire accogliere un bambino: vuol dire amarlo fin dal primo istante! Vuol dire allattarlo quando ha fame, pulirlo quando si sporca, vegliare quando si ammala, proteggerlo dai pericoli.
4. Presentandoci Gesù bambino, che ci viene donato come figlio, la celebrazione del Natale ci dice che è così che Dio chiede di essere accolto da ciascuno di noi, nella nostra vita!
Attenzione però: se lo accogliamo ricordandoci di Lui oggi e poi ce ne disinteressiamo per il resto dell’anno avremo fatto come chi getta i neonati nel bidone della spazzatura; passato il Natale, getteremo il bambino Gesù nel bidone del disinteresse.
Accogliamolo veramente!
Permettiamogli di crescere insieme a noi dentro le nostre famiglie!
Prendiamoci cura di Lui adesso, domani sarà Lui a prendersi cura di noi.
5. Davanti al presepe mi sono posto anche una domanda: Che salvezza ci può portare un bambino in fasce in una mangiatoia?
* Può salvarci dalle malattie o dalla pandemia che affligge il mondo?
* Può salvarci dai pericoli?
* Può salvarci dai fallimenti?
* Da cosa può salvarci?
6. Un bambino in fasce in una mangiatoia può salvarci dal nostro vivere ripiegati nella preoccupazione per noi stessi! Proprio perché piange ci costringe a dimenticarci un po’ delle nostre lacrime; perché ha fame ci costringe a non preoccuparci troppo dei nostri bisogni; proprio perché ha bisogno di cura e di attenzione ci costringe a non mettere noi stessi al centro dell’universo e ci educa ad amare!
7. Un bambino in fasce in una mangiatoia può salvarci dalla nostra presunzione, dalla prepotenza e dall’orgoglio, dal desiderio di farci valere a tutti i costi! Lui si presenta indifeso e ci disarma il cuore! Incapace di distinguere il ricco dal povero, il debole dal potente, il grande dal piccolo, ci fa tutti uguali davanti a sé e fa sentire anche noi piccoli allo stesso modo. Ci costringe a imparare il suo linguaggio, a tornare bambini, ritrovando le parole e i gesti semplici di quando anche noi eravamo piccoli, senza inganni, senza doppiezze e senza false astuzie.
8. Un bambino in fasce in una mangiatoia può salvarci da una impostazione materialista e falsata della vita: non distingue il valore dei soldi, non sa ancora cos’è la carta di credito, non ha bisogno di internet e dello smartphone, chiede semplicemente il latte materno, il calore del contatto umano, la vicinanza! E apprezza allo stesso modo qualsiasi tipo di pannolini, senza preoccuparsi di che marca sono.
9. Un bambino in fasce in una mangiatoia può salvarci dal pessimismo, dalla sfiducia, dalla paura della morte, perché ci mette davanti agli occhi il mistero della vita! Il dono della vita!
E in quel bambino, che si chiama Gesù, batte il cuore stesso di Dio! Quel bambino, Gesù, è l’autore stesso della vita, venuto a vivere la nostra vita
per donarci la sua vita
e introdurci finalmente nella vita stessa di Dio.
10. Carissimi fratelli, carissime sorelle,
accogliamo questo bambino! Accogliamo questo figlio, accogliamo questo salvatore in fasce!
E permettiamo – così – a Lui, di accogliere noi! Ciascuno di noi!
Potremo stringere Dio tra le nostre braccia e permettere a Lui di stringerci tra le Sue, e farci sentire – finalmente – in pace! Anche al termine di un anno terribile come quello appena trascorso.
Buon Natale!