Sap 6,12-16; Sal 62,2-8; At 5,27b-32.40-41; Lc 24,13-35
Carissimi fratelli e sorelle,
Il Signore vi dia Pace!
1. Quest’anno la celebrazione della memoria dei santi Simone e Cleofa è collegata con l’apertura di una nuova fraternità inter obbedienziale, qui ad Emmaus, che si dedicherà a vivere la spiritualità di questo luogo, la spiritualità pasquale del cammino dei due discepoli Simeone e Cleofa e si dedicherà ad accogliere altri frati desiderosi di vivere questo cammino pasquale durante tempi sabbatici prolungati di formazione permanente in fraternità.
2. Nella colletta abbiamo fatto una preghiera che riassume il vangelo letto poco fa, dà un senso al cammino di ognuno di noi e illumina la nascita di questa nuova esperienza. Abbiamo pregato: “Dio misericordioso, fonte di ogni consolazione, che hai voluto che il tuo Figlio Gesù nostro Signore nello stesso giorno della sua risurrezione spiegasse ai suoi discepoli Cleofa e Simeone, conversando con loro lungo il cammino, tutte le Scritture che lo riguardavano e si facesse da loro riconoscere nello spezzare il pane, concedi al tuo popolo, con il loro aiuto, di proclamare la potenza del Signore risorto e, illuminati nello spirito, di camminare in novità di vita”.
3. Nel racconto del vangelo di Luca i discepoli di Emmaus Simeone e Cleofa hanno la mente incapace di comprendere il senso delle Scritture, il cuore bloccato dall’esperienza della morte, gli occhi incapaci di riconoscere Gesù risorto. Di conseguenza il loro cammino diventa una fuga.
È lo stesso Gesù ad accompagnarli perché un po’ alla volta la loro mente si apra a una lettura pasquale di ciò che è accaduto al Maestro, il loro cuore torni ad essere riscaldato e illuminato dalla speranza e i loro occhi diventino capaci di riconoscere il Risorto nel segno dello spezzare il pane. Solo dopo aver fatto questa esperienza il loro cammino diventa un ritornare alla propria fraternità a Gerusalemme e un dare testimonianza dell’incontro che ha cambiato la loro vita, quello con Gesù Risorto.
4. È ciò che accade anche nella nostra vita se permettiamo a Gesù di camminare accanto a noi, se cominciamo a leggere alla luce delle Scritture la nostra stessa vita, anche e soprattutto nei suoi passaggi dolorosi, se gli permettiamo di correggere la nostra visione parziale e pessimistica degli eventi, se lo invitiamo a restare con noi quando la notte di una crisi si avvicina, se c’è spazio dentro le nostre giornate per spezzare il pane dell’Eucaristia, quello della condivisione in fraternità e quello della solidarietà coi poveri.
5. È il senso anche di questa nuova fraternità, nella quale ci ritroviamo insieme frati minori e frati minori conventuali, per lasciarci accompagnare da Gesù e per permettere ad altri nostri fratelli di trovare qui un luogo fisico nel quale mettersi alla scuola dei discepoli di Emmaus.
È una grazia poter vivere qui, prima di tutto per i frati che comporranno questa nuova e profetica fraternità. Essa stessa è già segno di un cammino pasquale di condivisione nel nostro Ordine dopo 800 anni dall’arrivo dei primi frati in Terra Santa nel 1217 e dopo 500 da quell’evento doloroso che fu la divisione del nostro Ordine nel 1517.
Qui ad Emmaus, nella luce delle Scritture, nello spezzare il pane, nel quotidiano invitare Gesù alla nostra mensa, questa ferita è sanata e riconciliata. E coloro che godranno e beneficeranno di questa esperienza potranno diventare seme e segno di questa piccola ma reale novità pasquale per il nostro Ordine e per tutta la famiglia francescana.
6. Sarà poi certamente una grazia poter vivere qui un tempo sabbatico prolungato per i frati che lo chiederanno. Sarà una grazia se entreranno nello spirito di questo luogo, se avranno la capacità di fare il cammino dei discepoli di Emmaus Simeone e Cleofa.
Se avranno il coraggio di far emergere le attese e le delusioni che portano nel cuore dopo qualche anno di vita religiosa. Se si lasceranno rimproverare e correggere da Gesù che alla luce delle Scritture ci spinge sempre a leggere in chiave pasquale tutta la nostra esistenza. Se ogni giorno lo inviteranno a restare “perché si fa sera”, perché al di fuori della relazione con Lui brancoliamo e vaghiamo nel buio. Se permetteranno a Lui di farsi riconoscere nello spezzare il pane e se si assoceranno a quel gesto vivendo la condivisione in fraternità e la solidarietà con le persone della comunità locale.
Se vivranno questa esperienza per lasciarsi nuovamente mandare sulle strade del mondo ad annunciare che Gesù è risorto, è vivo, illumina ogni nostra esperienza di sofferenza e di morte, dà senso alla nostra vita e ci rende capaci di “camminare in novità di vita”.
7. Lasciamo risuonare dentro di noi la preghiera e l’invito dei discepoli di Emmaus: “Rimani con noi, Signore”. Lasciamo risuonare il senso di intimità e di amicizia con Gesù che risuona in queste parole: “Rimani con noi, Signore”.
Da questo luogo speciale, in questa terra speciale chiediamo che continui ad avvenire il miracolo di Emmaus, quello di sentire il cuore che arde quando ascoltiamo Gesù che ci spiega le Scritture, quello di sperimentare che gli occhi si aprono quando Gesù spezza il pane per noi ma anche quando noi impariamo a spezzare il pane e la nostra vita con i nostri fratelli e per i nostri fratelli.
Che continui ad avvenire il grande miracolo dell’incontro con Gesù Risorto, che è il miracolo della speranza ed è l’esperienza che ci mette le ali ai piedi per poter continuare a “confessare che siamo cristiani” (Rnb XVI) e testimoniare con la vita il Vangelo, la notizia bella e buona, che Gesù è risorto.
Fr. Francesco Patton OFM
Custode di Terra Santa