1. Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il Signore vi dia Pace!
Siamo riuniti insieme nella vigilia di Pentecoste per invocare il dono dello Spirito Santo. Abbiamo ascoltato la parola di Dio che ci ha fatto rileggere la storia della salvezza alla luce dell’azione dello Spirito Santo, e della sua effusione promessa, che si compie nella Pentecoste.
Siamo riuniti insieme, questa sera, con una speciale intenzione di preghiera per la pace in Terra Santa, a Gerusalemme, in Medio Oriente e nel mondo intero. Siamo consapevoli, come ci ha ricordato l'amministratore Apostolico Mons. Pizzaballa, che abbiamo bisogno di invocare il dono dello Spirito Santo, per poter fare esperienza di conversione, di riconciliazione e di pace.
2. Le letture che abbiamo ascoltato ci presentano la festa della Pentecoste e il dono dello Spirito Santo, come una festa in cui l’azione dello Spirito inverte il corso della storia degli uomini e dei popoli, che rischia di avvitarsi su se stessa in una spirale di divisione, di incomunicabilità, di disgregazione, di violenza e di morte.
Al contrario, quando lo Spirito Santo viene effuso ed accolto, allora – e solo allora – la storia degli uomini e dei popoli torna ad essere storia di incontro e di dialogo, di vita e di risurrezione, di comunicazione e di comunione, diventa esperienza personale di cosa significa essere figli e di cosa significa essere aperti gli uni agli altri nella costruzione di una storia diversa, che non è più la storia della rivalità e del conflitto, ma quella della riconciliazione e della fraternità.
3. Ripercorrendo rapidamente le letture potremmo dire che:
- senza la docilità all’azione dello Spirito Santo dentro la nostra umanità e dentro la nostra storia regna sovrana la divisione e la confusione di Babele, ma se accogliamo il dono dello Spirito allora diventiamo persone di dialogo e quindi persone di comunione, aperte alla riconciliazione, e perciò capaci di operare per la pace.
- Senza la docilità all’azione dello Spirito Santo siamo incapaci di riconoscerci come popolo dell'Alleanza, come popolo santo di Dio, ma siamo incapaci di riconoscere anche semplicemente che apparteniamo a una comunità. Se non accogliamo il dono dello Spirito viviamo perciò ripiegati unicamente su noi stessi, isolati gli uni dagli altri, ostili gli uni nei confronti degli altri. Ma se accogliamo il dono dello Spirito allora non ci limitiamo più alle norme basilari del vivere civile, ma viviamo secondo il comandamento nuovo dell’amore fino al dono di sé. E questo ha a che fare con la vita di tutti i giorni e di tutte le persone.
- Senza la docilità all’azione dello Spirito Santo la nostra vita è paragonabile alle ossa inaridite viste dal profeta Ezechiele, anche se fisicamente siamo vivi, in realtà siamo morti. Ma se accogliamo il dono dello Spirito allora ci rendiamo conto di cosa significa che la nostra vita è un dono e che siamo fatti per vivere una vita piena di significato già ora e una vita a dimensione divina e per questo eterna.
- Senza la docilità all’azione dello Spirito Santo noi siamo incapaci di profezia, incapaci cioè di interpretare da credenti il presente nel quale Dio ci ha posti a vivere. Ma se accogliamo il dono dello Spirito allora riusciamo a interpretare con fede anche le situazioni difficili della vita e della storia, senza diventare pessimisti, senza perdere la speranza. Grazie al dono dello Spirito diventiamo capaci di cogliere anche il minimo spiraglio attraverso il quale si può realizzare il sogno di fraternità e di pace che Dio sull’umanità.
- Senza la docilità all’azione dello Spirito Santo è impossibile per noi riuscire a fare l'esperienza tipica del cristiano che è l'esperienza di percepire Dio come Padre e di percepire me stesso come figlio amato. È grazie al dono dello Spirito che ci sentiamo figli e sentiamo sgorgare interiormente quella sorgente di acqua viva che dà senso ai nostri desideri più profondi e ci fa sentire la presenza del Dio uno e trino vivo in noi, sorgente di vita e di comunione dentro di noi.
4. Invochiamo con fiducia il dono dello Spirito Santo, che discenda su ciascuno di noi, su questa Città Santa e amata nella quale Gesù Risorto ci ha fatto dono dello Spirito già la sera della Pasqua, città nella quale si è poi manifestata l’effusione potente dello Spirito nella Pentecoste. Invochiamo il dono dello Spirito su questa Terra Santa, sul Medio Oriente e sul mondo intero, perché sia ancora dono che porta alla conversione, che trasforma intimamente le persone e perciò anche il corso della storia; che sia dono di riconciliazione anche oggi, e proprio lì dove la riconciliazione è più difficile, lì dove c’è un sedimento di incomprensione profonda, di violenza, di odio e di morte; che lo Spirito discenda ancora con potenza su questa nostra umanità, come spirito di dialogo, di apertura reciproca e di comunione, al di là di tutte le differenze di lingua, di cultura, di nazionalità e di religione.
Che lo Spirito Santo discenda questa sera su ciascuno di noi e sia accolto da ciascuno di noi: è attraverso questa azione e questa accoglienza personale, che passa la trasformazione del mondo, e anche il sogno di pace di Dio.
Vieni Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli, e accendi in essi – in ciascuno di essi – il fuoco del tuo amore. Amen.
Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa