Una vita offerta ogni giorno | Custodia Terrae Sanctae

Una vita offerta ogni giorno

Omelia per il Transito di san Francesco e Rinnovo professione

1. Carissimi giovani fratelli che oggi rinnovate la vostra professione di vita nell’Ordine dei Frati Minori, carissime sorelle e fratelli radunati per la celebrazione del Transito del Serafico Padre,

il Signore vi dia pace.

La celebrazione che stiamo vivendo in questo momento è bella, suggestiva e capace di ispirare la nostra vita.

2. Il Transito del Padre san Francesco ci riporta alla dimensione pasquale della nostra vita consacrata di Frati Minori. In quel testo fondamentale per noi frati di Terra Santa, che è il capitolo XVI della Regola non bollata, san Francesco ci ricorda: 
“dice il Signore nel Vangelo: «Chi mi confesserà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli»; e «Chiunque si vergognerà di me e delle mie parole, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi». E tutti i frati, dovunque sono, si ricordino che hanno donato se stessi e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. E per il suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili, poiché dice il Signore: «Colui che perderà l’anima sua per me, la salverà per la vita eterna»” (FF 44-45).

3. Con la professione religiosa, tutta la nostra vita ha da essere consegnata nelle mani di Gesù Cristo, ed è questo il senso profondo dei voti di obbedienza, sine proprio e castità che voi oggi rinnovate. 
Tutta la nostra vita ha da diventare una pubblica professione della nostra fede in Gesù Cristo e del nostro amore per Lui che per amore nostro è morto e risorto. 
Tutta la nostra vita può e deve essere vissuta sull’orizzonte della vita eterna, cioè della partecipazione alla vita stessa di Dio, che è ciò che ci è stato promesso il giorno della nostra prima professione.

4. San Francesco ha vissuto tutta la sua vita con questo spirito, con questa prospettiva pasquale. E il suo pio transito lo manifesta in modo straordinario. 
È un momento di profonda e definitiva consegna di sé al Signore, che lui desidera celebrare in fraternità come una liturgia pasquale, nella quale viene data importanza allo spezzare il pane coi fratelli e al fare memoria della lavanda dei piedi; c’è il gusto di benedire i propri fratelli e la propria città. C’è il mettersi nei panni del Cristo, pregando il Salmo (141 [142]) dell’abbandono fiducioso nelle mani del Padre. 
C’è un riconsegnarsi a Dio nella più assoluta essenzialità “nudo sulla nuda terra”, un gesto di straordinario significato simbolico perché esprime la totalità della consegna di sé contenuta nei consigli evangelici. In quel gesto c’è infatti la nudità dell’obbedienza con la quale il Cristo ha spogliato se stesso facendosi uomo e servo, obbediente fino alla morte e alla morte di croce. 
C’è la nudità del sine proprio, che ci ricorda che “nulla abbiamo portato in questo mondo e nulla porteremo via” (1 Tm 6,7).
E c’è la nudità della castità, con la quale il nostro corpo diventa il sacrificio spirituale gradito a Dio, e andiamo controcorrente rispetto alla cultura attuale del corpo ostentato, trasformato in oggetto e abusato.

5. Nel Transito di Francesco c’è anche l’indicazione chiara della meta pasquale alla quale siamo chiamati ad approdare giorno per giorno. Quando tutti – compreso il medico – sono preoccupati per l’avvicinarsi della sua morte è proprio il morente Francesco a spiazzare tutti con la sua lettura pasquale: “Ben venga sorella morte… per me sarà la porta della vita”(2 Cel 217: FF 809-810).

6. Carissimi giovani, che oggi rinnovate i vostri voti per un anno, imparate a vivere con questa prospettiva pasquale la vostra consacrazione, nel desiderio che sia per sempre. 
Imparate a consegnare ogni giorno tutta la vostra persona nelle mani di Gesù Cristo e con Lui nelle mani del Padre, imparate a riconsegnare la vostra volontà e fate attenzione a non volerla indietro alla prima difficoltà.
Imparate a scoprire che Dio è il grande bene della vostra vita, perché in questo modo potrete crescere nel senso profondo del vivere senza nulla di proprio e anche nella capacità di condividere.
Imparate a lasciarvi unificare dall’amore di Cristo che è la sorgente della nostra castità e dall’amore per Cristo che è l’espressione della nostra castità, così da diventare figli della risurrezione e venire un po’ alla volta, come lo stesso Francesco, trasformati dall’amore.

7. Fuggite con orrore la mediocrità che rende infelice la nostra vita e abbiate sempre questo orizzonte alto che è quello della santità e questa prospettiva immensa, che è quella della vita eterna.
Così sia.
 

Fr. Francesco Patton OFM
Custode di Terra Santa