Vivere nella Trinità: principio, bellezza e beatitudine di tutte le cose | Custodia Terrae Sanctae

Vivere nella Trinità: principio, bellezza e beatitudine di tutte le cose

Primi Vespri Solennità di s. Antonio

Carissimi fratelli, carissime sorelle,

il Signore vi dia pace!

 

1. Questa sera, celebriamo assieme a tutta la Chiesa i secondi vespri della solennità della Santissima Trinità, e al tempo stesso veniamo introdotti nella solennità di s. Antonio, Patrono della Custodia di Terra Santa. Il nostro Patrono riflette spesso, nei suoi “Sermoni” sul mistero della Trinità, sulla sua azione creatrice e redentrice, sul suo essere approdo della nostra vita e del creato. Nel Sermone della VI domenica dopo Pasqua (n. 3 Sermone sulla SS. Trinità), riflette sulla Trinità a partire dalla promessa dello Spirito Paraclito, cioè consolatore, fatta da Gesù durante i discorsi dell’Ultima Cena tramandatici dall’evangelista Giovanni.

  1. Per parlare della Trinità sant’Antonio prende spunto da una citazione evangelica: “Quando verrà il Paràclito”. Fatta questa, inizia il suo commento e la sua riflessione, mi limito a leggere alcune frasi: «Si deve notare anzitutto che in questo brano evangelico viene proclamata espressamente la fede nella Santa Trinità. Dal Padre e dal Figlio viene mandato lo Spirito Santo: queste Tre divine Persone sono una sola sostanza e perfette nell’uguaglianza; sono unità nell’essenza e pluralità nelle Persone. Il Signore rivela chiaramente l’Unità della divina sostanza e la Trinità delle Persone, quando dice: Andate e battezzate tutte le genti, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (cf. Mt 28,19). Dice appunto: “nel nome”, e non “nei nomi”, per indicare l’unità della sostanza. E con i tre nomi che aggiunge, indica che sono “Tre Persone”».
  1. Per prima cosa Antonio ci fa perciò contemplare il mistero della Trinità a partire dalla rivelazione evangelica. Antonio non parte dalla speculazione teologica ma per rivelarci il mistero della Vita Divina segue la via seguita da Gesù nei vangeli. A partire dalla promessa dello Spirito durante l’ultima cena e a partire dal mandato di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ci propone il mistero del Dio cristiano: un solo Dio in tre persone. È a questo Dio, che è unità e relazione, che noi aderiamo nella fede e nel quale siamo stati battezzati, cioè immersi in modo sacramentale ed esistenziale.
  1. Poi Antonio ci guida a scoprire come il Dio uno e trino sia l’origine, la forma e la meta di tutta la creazione e di ognuno di noi. Ascoltiamo come il nostro Patrono continua la sua riflessione: «Nella Trinità è il principio ultimo di tutte le cose, la bellezza perfettissima e la suprema beatitudine. Per “principio ultimo” … s’intende Dio Padre, dal quale sono tutte le cose, dal quale sono il Figlio e lo Spirito Santo. Per “bellezza perfettissima” si intende il Figlio, cioè la verità del Padre, per nulla diverso da lui; bellezza che con lo stesso Padre e nello stesso Padre adoriamo, che è forma di tutte le cose, da un solo Dio create e ad un solo Dio ordinate. Per “suprema beatitudine” e “somma bontà” s’intende lo Spirito Santo, che è dono del Padre e del Figlio; dono che noi dobbiamo adorare e credere immutabile insieme con il Padre e il Figlio.

In riferimento alle cose create, intendiamo la Trinità in una sola sostanza, vale a dire un solo Dio Padre dal quale proveniamo, un unico Figlio per mezzo del quale esistiamo, e un solo Spirito Santo nel quale viviamo; vale a dire: il principio al quale ci riferiamo, la forma, il modello al quale tendiamo e la grazia con la quale veniamo riconciliati».

  1. Credere nel Dio Uno e Trino, Padre e Figlio e Spirito Santo, significa poter comprendere qual è l’origine di tutto ciò che esiste, significa poter conoscere qual è la nostra stessa origine: veniamo da un Dio che è Padre, cioè sorgente di vita. Significa anche comprendere perché tutto ciò che esiste è permeato di armonia e di bellezza, perché il Padre crea attraverso il suo Figlio e in tutto ciò che è creato ha posto qualcosa che, per dirla con san Francesco, di Lui porta significazione, della sua bellezza e della sua armonia. Infine, Antonio ci ricorda che lo Spirito Santo fa in modo che la vita e la bellezza e la riconciliazione del Padre e del Figlio ci raggiungano in questa vita e ci conducano poi alla meta della perfetta comunione con Dio dove si trova “suprema beatitudine” e “somma bontà”. Se vogliamo una vita bella, se vogliamo una vita piena, se vogliamo una vita beata, se vogliamo una vita eterna dobbiamo lasciarci accogliere dal Dio uno e Trino, Padre e Figlio e Spirito Santo e dobbiamo accogliere in noi il Dio uno e trino e la sua azione. Così sia.