Liberaci dal Maligno | Custodia Terrae Sanctae

Liberaci dal Maligno

Domenica X Tempo Ordinario B

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

Gn 3,9-15; 2 Cor 4,13-5,1; Mc 3,20-35

«Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi». Mc 3,24-25

Dopo aver percorso l’itinerario di conversione propostoci dalla Parola di Dio nella quaresima; dopo aver vissuto la gioia della Pasqua e il totale rinnovamento della nostra vita nello Spirito; dopo essere stati introdotti nella comunione con Dio attraverso la comunione al corpo e al sangue di Cristo; dopo aver compiuto questo “percorso obbligato” che ci presenta l’anno liturgico, ritorniamo al cosiddetto tempo ordinario. Non è un tempo liturgico di seconda categoria, casomai è la sottolineatura che la vita di tutti i giorni (quella feriale, “ordinaria”), ha un’importanza fondamentale per i cristiani. La conversione, la gioia, la speranza della felicità futura ci spingono a vivere con rinnovato impegno e slancio di testimonianza nelle situazioni concrete nelle quali ci troviamo.

Fatta questa premessa cerchiamo di inquadrare le letture proposteci dalla liturgia di questa domenica. Ci viene proposto un tema di riflessione sempre attuale: quello della lotta tra il bene ed il male. Una lotta che tutti quanti noi conosciamo e viviamo sulla nostra stessa pelle ogni volta che ci troviamo a inciampare e cadere nella nostra fragilità umana. In queste occasioni anche noi, alla stessa maniera di Adamo, ci sentiamo nudi davanti a Dio, cioè condizionati dalla nostra fragilità umana e incapaci di stare davanti a lui con la fiducia che è tipica dei figli.

Dovremmo però ricordare ciò che abbiamo cantato all’inizio della veglia pasquale: “Davvero era necessario il peccato di Adamo, / che è stato distrutto con la morte del Cristo. / Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!” (Preconio pasquale). La nostra radicale nudità e fragilità, la nostra incapacità di vivere fidandoci del Padre, questa nostra vulnerabilità alle forze del male e del peccato è stata vinta da Gesù Cristo.

Il fulcro del brano evangelico di Marco sta proprio in questo: con la sua venuta in mezzo a noi, Gesù ha scardinato il regno del Maligno per dare vita e concretezza al regno di Dio: regno di bene, di amore e di comunione. Anche l’Apostolo ci invita a camminare con fiducia in questa stessa direzione: “Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti, il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne” (2 Cor 4,16-21).

La lotta tra il bene e il male, concretamente, si gioca nella storia. È una lotta che vede sconfitto chi si illude di potersela cavare da solo! Per questo preghiamo insieme e diciamo “Liberaci dal Male” ma potremmo dire anche: “Liberaci dal Maligno” e siamo consapevoli che in questa lotta la comunità dei credenti è vittoriosa solo se partecipa alla vittoria del Cristo. La manifestazione di questa vittoria, segno di speranza per il mondo intero e per ogni uomo, è la comunione tra i cristiani, è il fatto che i credenti non sono più preda del Divisore e della divisione ma si impegnano a vivere “con un cuor solo e un’anima sola”.

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa